Buona la prima, altalena!

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Le caratterizza un moto lento e instancabile, come quello di un pendolo. Sovradimensionate come delle iperboli iconografiche. Sono le altalene che si stanno montando nella sala grande del Mastio.

In queste ore di grande via vai, luci, strumenti, voci, tecnici, è stata montata una delle 4 grandi e sovradimensionate altalene. Un topos felliniano quello dell’altalena, qui declinato e amplificato in chiave scenografico-allestitiva, costruita in legno e metallo, con sistema di motorizzazione e un grande schermo verticale per proiezioni d’immagini che avvolgeranno i visitatori, e si andranno ad adagiare sul pavimento della grande sala una volta terminato il ciclo della proiezione, come il sole all’imbrunire. Poiché i videoproiettori saranno fissi e non seguiranno il movimento proprio dell’altalena. Esse saranno alte quasi tre metri, montate ai quattro lati della sala 10, e ad una altezza di due metri e trenta da terra, per una base di un metro e quarantacinque di ampiezza.

Scene emblematiche dei film di Fellini si intrecceranno con tematiche e fatti di storia sociale, politica, economica, poiché il cinema del grande regista riminese accoglie, testimonia, recupera, reinventa senza presupposti ideologici vincolanti con la capacità di illuminarci rispetto a grandi verità antropologiche.

E così con grande levità il topos della altalena con suo moto perpendicolare e perpetuo ci trasporterà tra le categorie della vita stessa, e i tanti modi di essere italiani nel mondo, oggi come allora.

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