Intervista a Leonardo Sangiorgi, progettista dell’allestimento multimediale del Museo Fellini di Rimini

Leonardo Sangiorgi, ci racconta la “sua” Sognante, la donna archetipica.
All’interno della sala 3 del piano terra di Castel Sismondo di Rimini è approdata la tanto attesa Sognante, elemento principe dell’allestimento museale di questo spazio, che ha come riferimento le bambole steineriane, una forma esplorabile e di gioco:
“Le citazioni sono continue a partire, dall’amica di Cabiria, già vagamente fuori scala rispetto al personaggio interpretato da Giulietta, per continuare in un progressivo aumento non solo fisico ma mitologico con Silvia de “la dolce vita” e le azdore di 8 1/2 e la Saraghina, per finire con Le tentazioni del sig. Antonio, Anita statuaria e luminosa all’EUR, Casanova, con la gigantessa vera e quella ancestrale della balena “grande mouna”, Amarcord, con la tabaccaia, La città delle donne, con la subrettina diventata gigante mongolfiera, per finire con “la voce della Luna”, dove l’astro in entità femminile è catturato e fatto discendere sulla terra.
Un’opera allestitiva accessibile al fruitore
Noi cosa abbiamo fatto? Abbiamo lavorato per contrapposizioni. Abbiamo messo la Dea addormentata, la gigantessa sognante, dall’aspetto di Anita in una camera sotterranea, ma dal soffitto che rappresenta la vastità di un cielo notturno. Invece di renderla intoccabile come spesso accade nelle mostre e nei musei abbiamo reso l’opera accessibile e sensibile, toccandola e/o appoggiandosi ad essa, lei mostra i suoi sogni, fa udire i suoi pensieri, o semplicemente accoglie con la morbidezza del suo corpo chi vi si appoggia.
Sono stati fatti diversi prototipi in scala, il primissimo un bozzetto di pochi centimetri poi uno 1:10 tutti in creta, poi gli altri in polistirolo, successivamente si è pensato come realizzarlo a grandezza naturale. Dopo varie proposte si è ragionato ad un’anima in polistirolo ad alta densità ricoperta da vari strati di schiuma di lattine, ed infine un’epidermide di neoprene rosa.
L’idea è quella non di una scultura, con forme anatomiche dettagliate ma di una grande bambola, un gioco molto grande che invece di essere maneggiato ci maneggia.
Tutta la figura è stata fatta a pezzi per passare attraverso la porta che conduce alla sala e rimontata dentro. Sarà completata dalla testa con capelli ciglia sopracciglia in fili di lana e labbra di raso con rossetto. I piedi che calzano sandali di pelle nera lucida hanno le unghie laccate in rosso. Forse infine, la sala si riempie del suo profumo…”.